martedì 24 dicembre 2013

Buone Feste

Vogliamo augurarvi un sereno Natale e pensiamo che il modo migliore di dimostrarvi la nostra vicinanza sia regalarvi un assaggio natalizio del nostro libro.

                                           
  AUGURI
 
Dal brano
"Ramo di agrifoglio"
 
(Anno 1991) (...) Eravamo in quinta e, come sempre nel mese di dicembre, ci stavamo occupando del biglietto di auguri natalizi. Per me che sono a corto di idee, tale lavoro comportava sempre una preparazione minuziosa al fine di evitare "deviazioni di creatività" che poi non avrei saputo gestire.
Quell'anno proposi un foglio di cartoncino piegato a metà, all'interno la poesia augurale, all'esterno un disegno in tema: ciascuno avrebbe riprodotto l'immagine che riteneva più rappresentativa del Natale. "Non so cosa fare, perché non vorrei strafare" fu il commento autoironico del ragazzino dai capelli rossi, il comico della classe, che non amava il disegno perché non ne aveva predisposizione. Allora stilizzai sulla lavagna un abete, una cometa, un fiocco di neve... Intanto un'applicata della segreteria bussava alla porta perché doveva consegnarmi delle delibere del Consiglio d'Istituto e spiegarmi come andassero verbalizzate. Allora velocemente scrissi vicino ai disegni: ramo di agrifoglio - pacchetto regalo - candela e qualcos'altro che non ricordo, ma che avevamo nominato prima.
Quando l'applicata se ne fu andata, passai tra i banchi per ammirare (i miei alunni erano piuttosto bravi) ciò che avevano prodotto e mentre mi avvicinavo al "rosso", lui mi disse con espressione maliziosa:
"Maestra, ho fatto esattamente quello che hai scritto tu: mi hai dato una bella idea!" e vidi sulla facciata del suo biglietto, tracciato in calligrafia:
 
Ramo di agrifoglio
 
Emisi una specie di muggito, prima di scoppiare a ridere con tutta la classe. Finì che qualcuno si offrì di fargli il disegno e anche il ragazzino dai capelli rossi ebbe il suo biglietto regolarmente.
 
A distanza di anni, mi piace ricordare episodi come questo, perché testimoniano come si potesse avere confidenza con i ragazzi senza incorrere nella mancanza di rispetto e come il tempo della scuola fosse vissuto in modo corale.
 
"Maestre allo sbaraglio", maestra Clelia
 

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