domenica 26 gennaio 2014

Generazione nella Rete

Segnalo l'articolo di Paolo Vites uscito ieri su Il Sussidiario.net.

L'arresto di Justin Bieber, idolo dei ragazzi e delle ragazze, dà l'occasione di parlare della realtà di oggi, di Internet, della vulnerabilità dei nostri ragazzi e della sfida che i genitori e, aggiungerei, gli educatori in genere devono compiere nel tentare di trasmettere e infondere il gusto della bellezza, alternativa al vuoto e ancora di salvezza. L’articolo, in modo garbato, sostiene delle tesi che anche noi maestri e maestre ci impegniamo a tradurre nella pratica quotidiana e che si trovano espresse in alcune pagine del nostro libro.

Questo è uno stralcio dalla Prefazione a “Maestre allo sbaraglio”:
“ Dove ho sbagliato?”, “ Avrò sbagliato io?” e frasi simili ricorrono frequentemente nelle pagine che seguono, a indicarci come la buona maestra metta in discussione anche il suo operato e il suo modo di insegnare e non imputi gli insuccessi solo agli alunni, alle circostanze sfavorevoli o alle famiglie che non collaborano. Va notato, per inciso, che inversamente, in certa opinione pubblica, avviene il contrario: se le cose non funzionano, è colpa esclusivamente della maestra e, ampliando il quadro, se le cose vanno male nella società, è colpa della scuola o, quanto meno, è compito della scuola porvi rimedio. - Stragi del sabato sera? Droga? Illegalità diffusa? Bisogna che gli individui siano educati sin da piccoli! Bisogna che se ne parli a scuola! Questi problemi devono diventare materia di studio ! – Devono pensarci gli insegnanti, pagandosi magari l’aggiornamento in merito e i materiali occorrenti. Certo è comunque che ad assumere quantità eccessive di alcool, a ricorrere alla droga, a guidare dissennatamente o a comportarsi disinvoltamente nei confronti della legge e dell’etica i giovani non hanno imparato dagli insegnanti: hanno avuto altri maestri."
                                                                                                   Franco Groppetti
La scuola sovente non ha alleati soprattutto nel mondo dei mass media e dello spettacolo, anzi ... si chiede alla scuola di intervenire laddove le patinature hanno dato pessimi esempi. Dopo di che ... è la società, è la scuola ... che non riescono a dare la formazione giusta, i capri espiatori. Il successo, spesso provvisorio, è fatuo come tutte le cose belle solo in apparenza, ma che aldilà appunto di una vetrina, dietro non trovi molto: sovente trovi solo il nulla. La scuola si sforza di creare personalità e non idoli provvisori, si sforza di fare cultura cercando di dare istruzione e di invogliare a comportamenti responsabili i suoi allievi, questo invece di suggerire superficialità, comportamenti arroganti e sovente copiati dalle star al momento in voga: tutta mediocrità alla quale la scuola tenta di sfuggire e in merito a questo viene molte volte ignorata dai più.
Insomma: una battaglia ciclopica!
La scuola deve tornare al centro della società e punto indiscutibile di riferimento.

                          Francesca Cavaiani e Anna Bossi, che ringrazio per la collaborazione.
Ecco l'articolo
Foto segnaletica

Quando sono tornato a casa, la sera che si era diffusa la notizia dell’arresto di Justin Bieber, mia figlia – 11 anni – era già lì dietro la porta che mi aspettava. Era evidentemente agitata, ma soprattutto stupita. Voleva sapere conferme dell’arresto di Justin Bieber. Mia figlia è ancora in quell’età che, da buona femmina, tifa esclusivamente per le femmine come lei, la notizia dell’arresto di Justin Bieber non la addolorava tanto per l’arresto di un suo idolo (insomma, lei tifa per Selena Gomez e non si dà pace perché lei e sempre Justin Bieber, si siano lasciati), quanto la sua agitazione era dovuta a un qualcosa che non capiva e in un certo senso la turbava. Ad esempio non capiva come mai di qualcosa successo solo poche ore prima nella lontana America si parlasse già anche in Italia e di come lei e le sue amiche si stessero già messaggiando a tutta furia. Ho cercato di spiegarle qualcosa di quell’Internet che pure lei usa e abusa già da tempo (...)
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